Specialista in Ostetricia e Ginecologia – Roma
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Pillola: servono le “pause”?

Pillola: servono le “pause”?
Molto spesso le mie pazienti che assumono pillola anticoncezionale da lungo tempo e senza alcun effetto collaterale mi chiedono se abbia senso fare periodicamente delle pause di sospensione.

Esiste la convinzione, tipicamente italiana, che queste pause siano necessarie a “far riposare le ovaie, disintossicare il corpo etc etc “.

In realtà a livello scientifico non esiste nessun lavoro serio che abbia mai dimostrato l’utilità di una sospensione nell’uso prolungato della pillola estroprogestinica.

Le sospensioni, per poi riprendere dopo un paio di mesi, non hanno dunque alcuna indicazione medica.

Può accadere a volte che dopo diversi mesi (anni) di assunzione ininterrotta della pillola anticoncezionale i cicli diventino sempre più scarsi fino a scomparire.

Questo è un effetto fisiologico legato all’assottigliamento progressivo dell’endometrio (la parte interna che riveste la cavità uterina e che sanguina durante le mestruazioni).

Si tratta di un effetto transitorio, a volte ben gradito dalla paziente, che non richiede la sospensione della terapia a meno che tale mancanza di ciclo non crei disagio alla donna.

Se è così, una pausa di un paio di mesi solitamente risolve il “problema” dell’assenza di ciclo.

Ma ad eccezione di questa situazione (solo se percepita come disagio dalla paziente), non è raccomandato sospendere temporaneamente la pillola.

Anzi semmai lo sconsiglio perché durante tali pause potrebbero verificarsi gravidanze indesiderate legate alla frequente abitudine di tali coppie “di lunga data” a non usare altri metodi contraccettivi.

 

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