Specialista in Ostetricia e Ginecologia – Roma
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Papillomavirus e tumore al collo dell’utero

Papillomavirus e tumore al collo dell’utero – Caso Clinico #12
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Martina è una donna di 35 anni che si controlla regolarmente ogni anno e non ha mai avuto in passato problemi ginecologici.

Giunge alla mia osservazione visibilmente preoccupata per il risultato anomalo di un pap test eseguito il mese scorso durante uno screening annuale, offerto dalla azienda in cui lavora.

La risposta dell’ esame è ASCUS e nel commento del medico che ha firmato il referto c’è scritto di approfondire con ulteriori accertamenti, invece del solito e confortante “ripetere tra un anno”.

Martina, come purtroppo e inevitabilmente ormai accade quasi sempre, nell’attesa del nostro appuntamento, ha cercato su google il significato della parola ASCUS ed ora è convinta di avere un tumore al collo dell’utero.

Inizia qui il mio non semplice lavoro di informazione sull’HPV (papillomavirus).

A tal riguardo ho negli anni constatato infatti una grandissima disinformazione da parte delle donne riguardo all’infezione da HPV, con reazioni di preoccupazione eccessiva di fronte a tale diagnosi, sicuramente spropositate rispetto all’effettivo rischio oncogeno (cioè di sviluppare un tumore) legato al papillomavirus.

Il virus dell’HPV è talmente comune da ragionevolmente potersi aspettare di venirne a contatto almeno una volta nella propria vita.

Esistono oltre cento diversi tipi di papillomavirus che hanno rischi oncogeni differenti e nella maggior parte dei casi la donna è in grado di contrastare l’infezione e guarirne senza alcuna terapia.

La dicitura ASCUS, come nel caso di Martina, indica la presenza al pap test di “Cellule squamose atipiche di Significato Indeterminato” .

Tale aspetto può essere legato a diversi motivi: ad una infiammazione, ad un allestimento difettoso del vetrino, ma anche ad un sospetto di papillomavirus.

Di fronte a tale risposta quindi si può procedere in diversi modi: ripetere l’esame , procedere direttamente con un HPV test oppure eseguire una colposcopia.

Nel caso di Martina, alla visita il collo dell’utero appare infiammato.

Nel colloquio con Martina, considerata anche la forte ansia che ormai si è impossessata di lei, decidiamo di eseguire direttamente l’HPV test, cioè un esame specifico per individuare la eventuale presenza del virus.

Nel nostro caso tale test risulta negativo, quindi prescrivo a Martina una terapia locale antinfiammatoria (ovuli e lavande vaginali ) e la invito a ripetere il pap test a distanza.

Il pap test ripetuto dopo poco più di un mese risulta completamente normale.

Al colloquio successivo invito Martina a valutare di eseguire la vaccinazione contro HPV.

Tale vaccino viene in Italia offerto gratuitamente agli adolescenti (maschi e femmine ) di 12 anni, ma è ormai consigliato anche in età successive per ridurre il rischio di contagio e di sviluppare forme aggressive.

Per approfondire l’argomento, si possono consultare anche i seguenti articoli:

HPV Test e Pap Test: cosa sono?
Il virus dell’HPV: contagio negli uomini?

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