Donne: quel cromosoma X che fa la differenza

Donne: quel cromosoma X che fa la differenza

Donne: quel cromosoma X che fa la differenza
Perché le donne sono più longeve degli uomini? Perché le donne hanno una prognosi migliore nell’infezione da COVID-19?

In questo articolo, tutto al femminile, troverete delle possibili risposte a queste domande

Circa 60.000 anni fa l’Homo Sapiens partendo dall’Africa si diffuse in tutto il pianeta. Si formarono anche dei gruppi che rimasero e sono rimasti completamente isolati, senza la possibilità di interagire con gli altri: gli Aborigeni dell’Australia, agli abitanti di remote isole del Pacifico o della foresta Amazzonica.

Nel corso dei secoli in tutti i gruppi si ritrova una caratteristica costante: la dominanza dell’uomo sulla donna.

Esiste una spiegazione biologica a questo fenomeno?

La differenza fondamentale fra uomo e donna è nella massa muscolare. L’uomo in media ha una massa muscolare maggiore della donna, è più forte della donna.

Probabilmente l’evoluzione di Homo Sapiens è avvenuta attraverso il gruppo e non attraverso la coppia e nel gruppo riuscivano a riprodursi e a selezionarsi gli individui più robusti e forti.

Un esempio evidente di questa teoria è dato dai gorilla. Nei gorilla africani, che vivono in gruppo, il maschio può avere un peso quasi doppio di quello della femmina. Nei gorilla americani, che hanno una vita di coppia, non vi è differenza di peso tra i due sessi.

La forza fisica condizionava le varie attività umane (i combattimenti, la caccia, l’attività agricola, i trasporti, etc.) e conferiva all’uomo una supremazia rispetto alla donna.

Tutto è cambiato molto rapidamente negli ultimi 200 anni con lo sviluppo tecnologico, i movimenti femministi e le lotte portate avanti dalle donne.

Le innovazioni tecnologiche hanno ridotto progressivamente l’importanza della forza fisica.

In una battaglia, basata sull’uso di spade e lance, la potenza muscolare è determinante. Per pigiare un tasto che fa partire un missile da un aereo, è necessaria la prontezza dei riflessi, ma non la forza fisica.

La massa muscolare non influisce sulle capacità gestionali, organizzative, artistiche e creative.

Con il ridursi dell’importanza della forza fisica nella gestione delle attività quotidiane, sono emerse delle caratteristiche biologiche dell’organismo femminile migliorative rispetto a quelle dell’uomo: la donna invecchia più lentamente dell’uomo e ha una maggiore capacità di superare alcune situazioni patologiche.

L’aspettativa di vita nei paesi sviluppati, è circa 80 anni per l’uomo e 85 per la donna.

In alcuni paesi, in particolare in Giappone, le aspettative sono ancora maggiori, ma la superiore longevità della donna rimane costante. La differenza di 5 anni è significativa e deve avere delle motivazioni biologiche.

Una spiegazione può essere ricercata nella coppia di cromosomi sessuali: XX per la donna, XY per l’uomo.

Y, il cromosoma esclusivamente maschile, è un piccolo cromosoma, con circa 300 geni, alcuni dei quali responsabili dei caratteri sessuali maschili: produzione di ormoni androgeni, differenziazione organi sessuali, crescita muscolare, barba etc. Il cromosoma X è molto più grande, con circa 1200 geni, indispensabili per la vita sia dell’uomo che della donna.

L’uomo ha il suo cromosoma X, ma a differenza della donna ne ha una sola copia e questo ha probabilmente un peso determinante nei processi di invecchiamento.

Nell’invecchiamento si alterano sia i geni sia i complessi meccanismi di trascrizione e traduzione che portano alla sintesi delle proteine.

Nell’organismo femminile se un gene del cromosoma X è danneggiato esiste un’alternativa: il secondo cromosoma X, assente nell’uomo.

La pandemia in atto ha fornito una prova indiretta del coinvolgimento del doppio cromosa X nella longevità e nella maggiore capacità della donna di superare alcune situazioni patologiche.

Ricercatori cinesi hanno recentemente pubblicato i dati sulla mortalità dei pazienti affetti da COVID-19. La mortalità è del 2,8% tra le donne infette e del 4,7% tra gli uomini. La differenza è significativa.                                            

Come può essere coinvolto il cromosoma X in questa differenza?

Un gene del cromosoma X codifica l’enzima ACE2 (Angiotensin Converting Enzyme 2). ACE2 è espresso in vari organi e tessuti, come polmoni, cuore, reni e altri che richiedono un elevato apporto di sangue. ACE2 idrolizza l’angiotensina 2, il più potente vasocostrittore presente nel nostro organismo, inattivandolo. L’inattivazione dell’angiotensina 2 induce vasodilatazione, che favorisce l’afflusso di sangue negli organi.

Purtroppo COVID-19 ha scelto ACE2 come suo recettore per agganciarsi alle cellule bersaglio.
Il blocco di ACE2 da parte del virus produce vasocostrizione, in quanto l’angiotensina 2 non viene più inattivata.

La vasocostrizione è la componente più importante del danno che il virus produce nell’organismo. Uno dei meccanismi attraverso i quali l’organismo tenta di ripristinare la vasodilatazione, si ipotizza essere una maggiore produzione di ACE2, ottenuta attivando la trascrizione del gene che lo codifica. 

La donna avendo a disposizione due geni che codificano per ACE2, potrebbe svolgere più attivamente questo meccanismo di compensazione.

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