Come nutrirci in caso di patologia tiroidea?

Come nutrirci in caso di patologia tiroidea?

Come nutrirci in caso di patologia tiroidea? Ci sono dei cibi che possono alterare la funzione tiroidea? In caso di patologia tiroidea è necessario seguire una particolare dieta?

Sono alcune delle domande che spesso vengono rivolte all’endocrinologo sul tema della dieta nella prevenzione e cura delle patologie tiroidee.

Diversi oligo-elementi introdotti con l’alimentazione concorrono a preservare la sintesi e il metabolismo degli ormoni tiroidei.

Come nutrirci in caso di patologia tiroidea?

Fra questi iodio e selenio sono i più importanti. Vi sono poi degli alimenti, normalmente presenti sulle nostre tavole, quali soia e verdure crucifere che se introdotti in quantità eccessive, in particolari circostanze, possono portare a una ridotta funzione tiroidea e allo sviluppo di gozzo (le cosiddette sostanze gozzigene).

Fra i fattori nutrizionali implicati nel buon funzionamento della tiroide lo iodio è sicuramente quello che gioca il ruolo più rilevante.

E’ un elemento costitutivo essenziale degli ormoni tiroidei: T3 (triiodo-tironina) e T4 (tiroxina) che comunemente vengono dosati con gli esami di laboratorio, contengono 3 e 4 molecole di iodio, rispettivamente.

L’apporto di iodio influenza in maniera significativa lo spettro di patologie tiroidee presenti in una determinata popolazione.

Un deficit di iodio è responsabile di quadri di gozzo (ovvero aumento di volume della tiroide), di ipotiroidismo, ma anche di gozzo multi-nodulare iperfunzionante.

Il deficit di iodio ha rappresentato a lungo un problema di salute pubblica, attualmente risolto in molti Paesi attraverso l’introduzione di sale iodato.

L’eccesso di iodio, o un incremento improvviso, si associa a un maggior rischio di ipertiroidismo e di patologie tiroidee autoimmuni. L’apporto di iodio pertanto deve essere ottimale: circa 150 mcg/die per gli adulti, con fabbisogno superiore per le donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Le fonti alimentari più comuni di iodio includono sale iodato, frutti di mare, pesce e alghe. Sono disponibili in commercio integratori e prodotti da banco, con quantità variabili di iodio. Alcuni, come ad esempio l’alga kelp o la spirulina, possono contenere dosi eccessive di iodio e devono pertanto essere evitati.

Vi sono alcune circostanze in cui è necessario seguire una dieta ipoiodica come in caso di ipertiroidismo oppure nelle fasi di preparazione a un esame scintigrafico o terapia radiometabolica per patologia tiroidea. Sarà l’endocrinologo a stabilire in che misura e per quanto tempo evitare /abolire l’esposizione a qualunque fonte di iodio.

Come nutrirci in caso di patologia tiroidea?

Il selenio è un altro oligo-elemento fondamentale per il nostro organismo.

Ha un ruolo importante nella sintesi degli ormoni tiroidei e una funzione protettiva per le cellule tiroidee.

La prevalenza di patologie tiroidee, quali tiroidite autoimmune, ipotiroidismo e gozzo, è significativamente maggiore nelle popolazioni con minor apporto di selenio.

Le fonti alimentari principali di selenio sono rappresentate da frutti di mare, interiora, noci brasiliane, cereali e grani.

Se prendiamo invece in considerazione le sostanze gozzigene (ovvero quelle sostanze in grado di ridurre al funzione tiroidea e portare alla sviluppo di gozzo), le verdure crucifere o Brassicaceae sono quelle più note. Sono una famiglia di piante erbacee, che comprendono broccoli, cavoli, cavoli cappuccio, cavoletti di Bruxelles, cavolfiori e rape. Il consumo eccessivo di queste verdure è correlato a un maggior rischio di disfunzione tiroidea e gozzo.

Come nutrirci in caso di patologia tiroidea?

Potenziale effetto anti-tiroideo è attribuito anche alla soia.

L’utilizzo di alimenti a  base di soia (latte di soia, salsa di soia, tofu, miso e tempeh) è sempre più comune.

Sono inoltre disponibili in commercio numerosi integratori e prodotti da banco a base di isoflavoni, fitoestrogeni, che rappresentano i composti attivi della soia.

La soia e gli isoflavoni se assunti in eccesso possono inibire la sintesi di ormoni tiroidei in aree iodo-carenti. E’ stata descritta la comparsa di gozzo in neonati nutriti con latte di soia.

È inoltre nota la riduzione nell’assorbimento di ormone tiroideo (L-tiroxina) in pazienti che assumono il farmaco a breve distanza da un integratore o un alimento a base di soia.

E’ pertanto da evitare la concomitante assunzione di L-tiroxina e soia nei pazienti ipotiroidei in trattamento.

Per un buon funzionamento della tiroide è necessario pertanto seguire un’alimentazione equilibrata e varia che preveda un adeguato apporto di iodio e selenio (carburanti indispensabili della tiroide), che non ecceda nell’apporto di verdure crucifere e soia (è necessario evitare il consumo di latte di soia nel neonato, negli adulti nessuna necessità di evitare il consumo di verdure crucifere o soia, se consumate in quantità ragionevoli), apportare adeguati livelli alimentari di ferro e vitamina D che talvolta possono essere carenti nelle patologie autoimmuni tiroidee.

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