L’obesità, il sovrappeso e il grasso addominale in menopausa

L’obesità, il sovrappeso e il grasso addominale in menopausa

L’obesità, il sovrappeso e l’accumulo di grasso addominale in menopausa rappresentano una problematica di grande rilevanza, in quanto esiste una chiara correlazione tra l’aumento di peso corporeo e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e neoplastiche. Questo rischio aumenta nelle donne in menopausa.

Durante la menopausa, il fisiologico invecchiamento metabolico provoca un aumento della massa corporea con una progressiva riduzione della massa muscolare da una parte e un incremento del tessuto adiposo dall’altra. Nello specifico, la massa grassa nel corpo femminile:

  • Aumenta dello 0,93% durante la premenopausa (circa due anni prima dell’ultimo ciclo mestruale).
  • Incrementa del 2,1% durante la fase di transizione della menopausa (da due anni prima a un anno e mezzo dopo l’ultimo ciclo mestruale).
  • Si stabilizza in seguito durante il periodo di post-menopausa.

Oltre all’aumento del peso complessivo, la menopausa è caratterizzata da un cambiamento nella distribuzione del grasso corporeo, che diventa più simile alla conformazione maschile, con un eccesso di grasso addominale (distribuzione di tipo androide). Questo fenomeno espone le donne in post-menopausa a un rischio cinque volte maggiore di sviluppare obesità addominale rispetto alle donne in premenopausa.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il sovrappeso e l’obesità utilizzando il BMI (Body Mass Index), un parametro che si ottiene dividendo il peso (in kg) per il quadrato dell’altezza (in metri):

  • Sovrappeso: BMI tra 25 e 29,9 kg/m².
  • Obesità: BMI pari o superiore a 30 kg/m².

Un parametro antropometrico più significativo del BMI per valutare il rischio per la salute è la circonferenza vita, che misura l’adiposità addominale. Si misura posizionando un metro da sarta all’altezza dell’ombelico. Nella donna la circonferenza vita è normale fino a 80 cm. Una circonferenza vita superiore a 88 cm è associata a un aumento del rischio cardiovascolare.

Fattori coinvolti nell’obesità in menopausa

L’obesità in menopausa è di natura multifattoriale, ovvero vede il coinvolgimento di numerosi fattori, includendo:

  1. Fattori ormonali: Il calo rapido degli estrogeni provoca una redistribuzione del grasso corporeo di tipo androide con prominenza dell’addome, fino allo sviluppo di obesità centrale e insulino-resistenza. La riduzione dell’azione estrogenica a livello dell’ipotalamo (un struttura alla base del cervello con un ruolo fondamentale nella regolazione dell’appetito) determina aumento della fame.
  2. Fattori ambientali: Le abitudini alimentari tendono a peggiorare, l’attività fisica si riduce progressivamente per quantità e intensità.
  3. Fattori genetici: L’ereditabilità del BMI varia tra il 55% e l’85%. In questo contesto, per le donne in post-menopausa l’ereditabilità della circonferenza vita sembra avere un peso maggiore rispetto alle donne in pre-menopausa. Questo suggerisce che gli effetti terapeutici delle modifiche sullo stile di vita nelle donne in post-menopausa possono essere inferiori di quelli previsti e che, quindi, è necessario un intervento precoce, già nella fase di perimenopausa.

Conseguenze dell’obesità in menopausa

L’obesità nelle donne in menopausa è un problema sanitario di grande interesse, perché predispone alla sindrome metabolica, a un profilo lipidico pro-aterogenico, al diabete tipo 2, all’ipertensione e alle malattie cardiovascolari. L’aumento del grasso addominale favorisce i cambiamenti metabolici avversi, come l’aumento della resistenza all’insulina e l’alterato profilo lipidico, con alte concentrazioni di trigliceridi, di colesterolo LDL (nocivo), e basse concentrazioni di colesterolo HDL (protettivo). 

Nonostante le malattie cardiovascolari colpiscano le donne fino a dieci anni più tardi rispetto agli uomini, la prognosi è peggiore e il tasso di mortalità è più alto. Per le donne in post-menopausa (con età superiore ai 55 anni), le statistiche degli ultimi 5 anni indicano che le malattie cardiovascolari rappresentano addirittura il 41% di tutte le cause di morte.

L’obesità aumenta inoltre il rischio di vari tumori ginecologici, come il carcinoma endometriale, ovarico e mammario, a causa di meccanismi legati agli ormoni sessuali, alla resistenza all’insulina e all’infiammazione.

Il grasso in eccesso determina una produzione anomala di estrogeni, promuove uno stato infiammatorio cronico, aumenta l’insulino-resistenza. Tutto ciò incrementa il rischio di sviluppare tumori ginecologici sensibili all’azione degli estrogeni.

Approccio terapeutico

L’obesità in menopausa richiede un intervento multidimensionale e precoce (già prima della perimenopausa), con un approccio che comprenda:

  • Modifiche clinico-nutrizionali e motorie.
  • Supporto psicologico e socio-culturale.
  • Interventi farmacologici, quando necessario.

Fondamentale è pensarci prima, mettendo in atto modifiche dello stile di vita, ma anche aderendo a programmi di screening che consentono di individuare tumori, che se diagnosticati in fase precoce possono essere curati.

Per ulteriori approfondimenti, potete consultare anche i seguenti link:

Digiuno intermittente, obesità e salute cardiometabolica

Semaglutide e obesità

Bambini e adolescenti con sovrappeso e obesità

Obesità: genetica o stile di vita?

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