Scintigrafia tiroidea: informazioni utili
La scintigrafia tiroidea è un esame semplice e indolore, anche se spesso il tracciante radioattivo o radiofarmaco deve essere somministrato per via endovenosa.
Le dosi di isotopo somministrate sono molto basse e non comportano rischi significativi per il paziente.
La tecnica scintigrafica è tuttavia controindicata in gravidanza.
Durante l’allattamento alcune sostanze radioattive possono passare nel latte materno; pertanto, a discrezione del medico, la scintigrafia può essere rimandata oppure eseguita salvo sospensione/interruzione dell’allattamento.
La scintigrafia può essere eseguita anche in bambini (la quantità di farmaco impiegata è proporzionale al peso corporeo) e ripetuta nel tempo per valutare il decorso di una malattia.
I traccianti utilizzati, anche quelli a base di iodio, non vanno confusi con i mezzi di contrasto iodati; normalmente non danno alcun disturbo né fenomeni allergici.
La scintigrafia tiroidea viene eseguita tramite la somministrazione del radiofarmaco, per via endovenosa nel caso del Tecnezio99 o dello Iodio123 (questo ultimo raramente utilizzato) e per via orale nelle scintigrafie con Iodio131.
Diverso è anche il successivo periodo di attesa, essenziale per dare il tempo al radiofarmaco di distribuirsi nella tiroide: 20-30 minuti per il Tecnezio99 e fino a due/ tre giorni per lo Iodio131.
Dopo il periodo di attesa si procede all’acquisizione delle immagini e all’interpretazione del risultato.
A seconda che la scintigrafia sia limitata alla tiroide o estesa a tutto il corpo, tale procedura può variare da qualche minuto a mezza ora.
In entrambi i casi il paziente viene disteso su un lettino con il collo in iperestensione, previo allontanamento di eventuali oggetti metallici (collane, spille, orecchini, orologi ecc). Saranno quindi le testate dell’apparecchio a compiere movimenti rotatori o traslatori intorno all’organismo.
Trattandosi di una strumentazione aperta non vi è alcun problema per le persone che soffrono di claustrofobia. Durante l’intera procedura è importante che il paziente rimanga il più possibile immobile.
Al termine della scintigrafia il paziente può riprendere immediatamente le proprie attività abituali, senza particolari precauzioni.
Il medico può comunque invitarlo a bere più liquidi del solito per facilitare l’eliminazione del radio farmaco.
Dopo l’esame bisogna utilizzare il WC della medicina nucleare (in modo che il farmaco eliminato con la prima urina venga adeguatamente smaltito) ed è bene lavarsi accuratamente le mani.
Nelle prime ore dopo la scintigrafia, sempre a scopo cautelativo (le radiazioni assorbite non sono così pericolose, ma è comunque giusto risparmiare irradiazioni superflue), il paziente dovrebbe evitare uno stretto contatto con bambini piccoli e donne in gravidanza. Nel caso venga utilizzato lo Iodio131 queste precauzioni vanno adottate sia durante il periodo di attesa dopo somministrazione del radiofarmaco, sia nella settimana successiva alla scintigrafia.
Più in generale è importante seguire con scrupolo le istruzioni ricevute dal personale sanitario all’atto della somministrazione del tracciante.
Normalmente l’esame non richiede alcuna preparazione particolare. Il medico può comunque richiedere la sospensione di tutti quei farmaci che interferiscono con la funzionalità tiroidea.
E’ inoltre importante segnalare (e in ogni caso evitare in previsione di una scintigrafia tiroidea) l’eventuale esposizione recente a fonti esterne di iodio, come utilizzo di sale iodato, tinture per capelli, dentifrici iodati, disinfettanti o lavande vaginali a base di prodotti iodati, integratori mutliminerali contenenti iodio, creme per cellulite contenenti iodio (in genere apportato con l’alga fucus) o recente esecuzione (nell’arco degli ultimi due mesi) di esami radiologici con mezzi di contrasto iodati.
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